Pfizer: nessuno si aspettava una confessione dall’amministratore delegato

Continua la campagna vaccinale in Italia cercando di raggiungere quota 80% di soggetti protetti. A circa nove mesi dal suo inizio, nessuno avrebbe mai pensato che l’amministratore delegato di Pfizer avrebbe parlato. È arrivata inaspettata la sua confessione sul vaccino anti Covid-19 Comirnaty. Parole importanti e di un certo peso hanno ammesso clamorosamente la durata e l’efficacia dell’antidoto più inoculato in Italia.

Continua la campagna vaccinale in Italia cercando di raggiungere quota 80% di soggetti protetti. A circa nove mesi dal suo inizio, nessuno avrebbe mai pensato che l’amministratore delegato di Pfizer avrebbe parlato. È arrivata inaspettata la sua confessione sul vaccino anti Covid-19 Comirnaty. Parole importanti e di un certo peso hanno ammesso clamorosamente la durata e l’efficacia dell’antidoto più inoculato in Italia. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

 

Pfizer: ecco la verità sul vaccino anti Covid-19 Comirnaty

Tuonano le parole di Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, azienda produttrice – insieme a BioNTech – del vaccino anti Covid-19 Comirnaty. Un’ammissione inaspettata che però conferma quanto detto in merito alla durata e all’efficacia dell’antidoto:

Il nostro vaccino protegge molto bene contro malattie gravi e contro il ricovero durante i primi 6 mesi. Dopo c’è una diminuzione dell’immunità. Il declino inizia sempre con una lieve infezione, e poi cala anche la protezione contro infezioni gravi e la protezione dai ricoveri ospedalieri e purtroppo anche la protezione dalla morte“.

Questi dati non sono stati rilevati solo da Pfizer, ma anche dal Ministero della Salute Israeliano che aveva condotto precisi esperimenti, monitorando costantemente il vaccino. Grazie al lavoro certosino di Israele, oggi abbiamo accesso a dati importantissimi visto anche il loro vantaggio, sulla campagna vaccinale, rispetto all’America di circa tre mesi.

Ecco cosa ha ancora dichiarato Bourla in merito al vaccino anti Covid-19 di Pfizer proprio legato a Israele che lo ha testato in maniera più completa con un discreto anticipo:

Israele aveva un vantaggio di 3 mesi sugli Usa nella campagna vaccinazioni e soprattutto ha un sistema di cartelle cliniche sanitarie molto completo e del tutto digitalizzato. Per questo è in grado di elaborare dati con rapidità. Il loro sequenziamento dei pazienti vaccinati ha indicato una chiara caduta della protezione. Prima con infezioni asintomatiche, poi con malattia lieve. E subito dopo ricoveri e infezioni gravi. È stato lì che Israele ha deciso di dare la terza dose prima agli over 65, poi sopra i 50 anni, sopra i 40 e ora credo dai 16 in su“.

Vi ricordiamo che queste dichiarazioni arrivano dopo la confessione di BioNTech su Pfizer. Insomma, ora si capisce il perché sia necessaria la terza dose di vaccino anti Covid-19.